Frammenti d'impressione riflessi dal mio specchio, acciuffati nella luce. Il resto è nel Vento.
mercoledì 28 dicembre 2011
In un modo o nell'altro
mi ha quasi rotto le palle.
E se dobbiamo poi continuare a nascondere speranze in allegorie che ci facciano almeno credere che se anche la forma non è un granché e il sapore nemmeno, prima o poi a forza di ingoiare arriva la marmellata, io mi sono stufata pure di quello.
Essere luminosi e sacri, questo chiedevo.
E gli esseri luminosi e sacri che vedo, vedo anche che come me si stanno arrotolando su se stessi per brillare un po' di meno, che a tutto 'sto buio danno fastidio.
Rivendico diritti brillanti e spogli - come gli alberi d'inverno - che sono morti solo per finta, e che non si vergognano delle loro cortecce.
Lo so, non mi riconosco. Sono torbida come un pozzo di pece. Tra l'altro prendo fuoco facile come lei.
Ma almeno brillo.
lunedì 26 dicembre 2011
Anti Auguri
Bene Sig. Natale, visto che alla fine Lei non andava poi così bene, ho fatto in modo di andar peggio.
Esercitare una certa parte attiva per far andare peggio le cose che già andavano male, devo dire che mi ha regalato una emozione nuova e affatto scontata, di sbragare l'impianto natalizio dal puntale alla radice.
Guastare le feste guaste.
giovedì 22 dicembre 2011
"Conservo di nascosto sempre lo stesso smalto"
E se la vita mi rende diversa, come accade, questo non vuol dire che io non stia aspettando il momento giusto per tornare me, o che semplicemente non stia valutando, momento per momento, quale è l'occasione migliore che si merita la me più vera.
E c'è tanto, c'è un mondo.
Tutto cambia e tutto mi sta cambiando.
E anche se sbuffando continuo a lamentarmi perché non è ancora questo, il momento, riguardo i miei passi e non posso lamentarmi né rammaricarmi delle cose che ho fatto.
Ho sempre dialogato bene con la mia coscienza. Un po' meno con i miei desideri.. ma quello è da imparare.
E quindi ci vorrebbe un pizzico in più di fortuna, tutto qui.
Perché io ci sono, ci sono tutta.
Sto solo "aspettando il momento per un migliore slancio".
venerdì 16 dicembre 2011
Indipendenze..
In cui ti senti innamorata senza aver bisogno di sapere di chi.
Ogni tanto capita.
Dura, momento, dura.
Rimani un altro po' con me.
lunedì 12 dicembre 2011
... facciamo pace?
Ma non era mia intenzione, sig. Natale... che semmai è Lei ad aver divorziato con me... ma dal momento che non mi sono pervenuti gli atti, forse non me ne sono accorta e così le cose sono andate un po' così, con inconsapevolezza.
E' che ogni anno ce n'é una o più d'una... alcune cose sono sempre le stesse, altre s'aggiungono, altre non ci sono più, per fortuna. Per lo meno per non dare sempre la responsabilità agli stessi, ogni tanto qualcuno cede il passo.
Insomma, se ci fosse modo di recuperare questo Nostro rapporto, in qualche modo, mi farebbe piacere saperlo. Che non ho niente contro di Lei, sa.. probabilmente ci siamo fraintesi.
Così, se Lei volesse... insomma, sarebbe gentile da parte sua, no?
Almeno farmi capire cosa c'è che non va.
Perfezione
Degli uomini e delle cose.
Ma mi perdo e mi ritrovo in altre dimensioni, raccolgo l'infinito a botte di limiti.
Voglio molto bene a questo mondo.
sabato 10 dicembre 2011
Chiaro di luna
E poi ogni momento l'aria si prepara al momento prossimo, nuovo.
E quindi si fa pulizia, il ricordo non è celato in nessun respiro di questa notte, e solo le gocce raccolte in terra rispecchiano una certa atmosfera dell'appena accaduto, ma presto o tardi anche loro svaniranno in un sospiro.
E così si libera anche per me l'aria da questi polmoni.
Mi specchio nelle pozzanghere, e ancora il riflesso del mio accaduto non mi fa star quieta, eppure sono ad un attimo dalla liberazione.
Cosa mi tiene ancora legata ai miei ricordi?
Le cose cambiano velocemente, come l'umore del tempo.
Fare spazio al nuovo, fare spazio.
Accendersi la propria luna, e rivelarsi pronti al prossimo giorno. E a quello dopo ancora.
Tutto riparte sempre dalla notte.
lunedì 5 dicembre 2011
sabato 3 dicembre 2011
.. ritorno corto.
Il pensiero che la mia immagine ti bastasse come Tutto, per amarmi.
Questa figurina che mi ritrovo appiccicata addosso, il volto, le mani, le labbra, il tono della pelle... che non è merito mio, che mi è capitata, e ti è capitata, ti bastava per farmi desiderare da te, e probabilmente, ti basta ancora.
E tutto il mio mondo, quello che sempre cerco di mettere di fronte a me e di fronte agli altri, il mio carattere, i miei interessi, le mie virtù e i miei difetti... quello che crea veramente il corpo di me... quello era secondario, sarebbe potuto essere un qualunque mondo, non avrebbe fatto differenza.
E infatti non l'ha fatta.
Io non l'ho fatta.
E quindi da subito ho avuto l'impressione che qualunque altro corpo con le mie fattezze (...e ce ne sono, ce ne sono!), avrebbe portato via quello sguardo che per me era fondamentale, vitale. E difatti così, in fin dei conti, è stato - com'era destinato ad essere.
E così di me non ti rimane niente. E a me di te nulla.
Luce e Aria
Se l'aria è poca, poca sarà sempre anche la possibilità del pensiero di costruire in se stesso una soluzione di ampliamento e di spazio, in cui far stare comodo chi pensa e chi ragionerà con chi sta pensando.
Luce e aria sono il minimo a cui si deve aspirare. Ci tendono i rami degli alberi con intenzione e inclinazione, e c'è un motivo. Il sottobosco è più intenso ma rimane in basso, pieno di profumo e d'emozione. Ma questo non è tolto alle radici degli alberi che, con più possibilità, lasciano che il proprio fusto e le proprie braccia arrivino alla luce più calda e all'aria più leggera.
Eccola qui, la fotografia della migliore situazione. Tutta in-tensione verso luce e aria.
Me ne accorgo sempre quando sono schiacciata a terra.
"Il tuo spirito brilla... ogni tanto si fa buio... e lui brilla più forte."
Ma il Natalone è in arrivo, tanto per prendere una boccata d'aria.
martedì 22 novembre 2011
Imparare a rinunciare
La Vita è Maestra.
Incomincio a prenderci la mano.
lunedì 14 novembre 2011
Desideri
Li usi come armi e li punti addosso alle persone quando non ti soddisfano.
Ma colpisci solo quelli a cui stai a cuore, sugli altri non hai potere.
Ho smesso di farti da premio, e da bersaglio.
Hai preso da me tutto quello che hai potuto/ ti ho dato tutto quello che ho potuto
poi hai distrutto il resto, anche le cose belle.
Impossibile rincontrarsi sulle macerie, neanche per una stretta di mano.
E' stato tolto il respiro anche ad un abbraccio.
sabato 12 novembre 2011
Bucato il vuoto
Uno dovrebbe cadere fin quando non si ritrova a testa in su.
E succede quando buca il vuoto.
Perché non c'è mai un fondo, a precipitare.
C'è solo un vuoto da bucare.
E io finalmente l'ho fatto.
E sono da un'altra parte, con un'altra me come ricompensa.
Mi sarebbe piaciuto finisse in un altro modo, questo si. Ma adesso non ha più importanza.
Non ha più importanza neanche il male che mi sono fatta fare.
Mi ero messa nelle mani sbagliate. Non erano le mie.
sabato 5 novembre 2011
Il tempo giusto
Perché quando è nuvoloso, lo stato di appannamento della luce riflette - si riflette - su un umore poco convinto che ogni tanto si può anche permettere di ripiegarsi su se stesso, e, in ginocchio, farsi un segno addosso in attesa di tornare ad essere ad un livello di percezione delle cose meno retrattile.
Lo so, ho mancato il mio giorno degli addii.
E finché non si è in grado di alzare il fazzoletto per aria e salutare, si subisce sempre la tristezza, lato opaco della malinconia, e si rimane ostaggio di un certo senso di mancanza.
Continuo a guardare le cose dall'altro lato di me.
Dal lato del vuoto dove io non esisto, ci credo che è vuoto.
E' di me che sento la mancanza. Mica di te.
martedì 1 novembre 2011
... eh?
Si vabbé, ma sai, la comunicazione non verbale, il non-detto, le sensazioni, le alterazioni e le distorsioni.
Si, vabbè.. ma se mi fai una domanda e non credi alla mia risposta perché una risposta te la sei già data, ed è comunque più vera della mia, tieniti pure la domanda. Mi togli anche la fatica di risponderti.
Dio, se esisti, mi incominci a mandare gente che mi ascolta piuttosto che persone che guardano solo il movimento delle labbra?
mercoledì 26 ottobre 2011
Chi inciampa fa passo doppio
Un atto casuale, una cianchetta del caso, e tu rotoli per terra inaspettatamente.
Eppure può essere un'occasione, un movimento casuale che raddoppia la tua velocità verso dove stavi andando, oppure cambiare la tua direzione, un consiglio dell'universo.
Ti costringe a fermarti, a cambiar passo, a guardare meglio dove metti i piedi.
Poi puoi rimanere per terra per un po', a vedere il mondo da un'altra prospettiva.
E poi, puoi rialzarti, e decidere dove proseguire.
martedì 11 ottobre 2011
... il senno del poi.
domenica 9 ottobre 2011
Vento
Tornato con la voglia di muoversi.
Tornato con l'anima che si era rubato.
Tornato con la terra a cui porta.
Incantatori, incantatevi. E' tornato il Vento.
Vento.
Prendete lo stretto indispensabile, lasciate ciò che non vi piace, lasciate anche ciò che vorrete ritrovare, cambiato o immutato, al vostro ritorno.
O anche ciò che non state cercando.
Inspirate bene, e catturate in Voi il Vento.
Spiegate le Vele.
Inspirate bene.
mercoledì 5 ottobre 2011
Prove di forza
Freddo e inospitale, com'era all'inizio.
E i colori, il calore, il profumo, non ci sono più.
Tanto ci avevo messo a farli uscire fuori, e adesso sembra non ti abbiano mai abitato.
La voce è come respiro gelato.
E adesso mi accuccerei tra braccia amiche, che mi proteggano da tutta questa ombra.
Ho combattuto spogliandomi dalle armi che non volevo usare, contro di te.
Ho sempre rifiutato d'armarmi, in generale.
E anche se impugnassi strumenti di difesa, il mio impaccio andrebbe del tutto a mio danno.
Non mi so difendere, è questa la verità.
Non mi dovrei difendere, questa è un'altra verità.
Spero sempre che la pelle s'inspessisca da sé, si faccia più dura senza per questo togliermi la sensibilità alle cose, ma ancora così non è.
Ho ancora paura di te.
Piove
una situazione di sgonfiamento e di perdita dei condotti
situazioni che scivolano, alcune si perdono.
E quell'aria di umido, di fresco,
il bagnato sulla pelle
la risposta del terreno
le gocce che si aprono a contatto con l'asfalto
che rimbalzano sui petali dei fiori
Piove, non è una risposta.
E' uno stato di rilascio dell'umore.
E' un sistema di riequilibrio del mondo.
E' una lezione.
Dovemmo piovere tutti, ogni tanto.
lunedì 3 ottobre 2011
Monday
Continua a protrarsi questa nuova stagione dell'indefinibile.
E io continuo a vivere situazioni di tutti i generi, dalle più piacevoli alle meno gradite, a dispetto dell'ora del giorno o della data sul calendario. Conferme e disconferme sul mio taccuino degli appunti da ordinare, riprendendo pensieri da qui e da lì, ascoltando opinioni, tenendomene da conto alcune mie e altre da cambiare.
Di sicuro è un'immensa stagione. Concentrata, densa. Sta cambiando tutto e tutto mi sta cambiando.
Era quello che volevo, in fin dei conti, non sono affatto sorpresa. Di certo non m'aspettavo questo tacatà esperenziale che sta valicando anche livelli di vita inaspettati, amici, nuove e vecchie relazioni, allargamenti e restringimenti di campo... ma insomma, qualche livido non ha mai fatto male a nessuno. E io i veri dolori l'ho già provati, quindi questa è solo polvere sulle spalle, e tanta confusione al momento che si dissiperà domani.
Sto smontando tutto. Con i cacciaviti e con le mani. E quello che non sto smontando io, si smonta da solo, crolla dalle pareti. Mi sembra veramente il tempo di muta, di espulsione del residuo.
Rimarrà in piedi ciò che deve. Ciò che può.
Uscirà una me con una pelle molto più dura, da qui.
giovedì 29 settembre 2011
Beato Me
lunedì 26 settembre 2011
Rompere bicchieri
– Cadrà – disse lui.
– Proprio così. Voglio che tu lo faccia cadere.
– Rompere un bicchiere?
Sì, rompere un bicchiere. Un gesto apparentemente semplice, ma che implicava certi terrori che non riusciremo mai a comprendere bene. Cosa c’è di sbagliato nel rompere un bicchiere di poco valore – quando a tutti è capitato di farlo nella vita?
– Rompere un bicchiere? – ripetè lui. – Perché?
– Potrei darti varie spiegazioni – risposi. - Ma, in realtà, è solo per romperlo.
– Per te?
– Ovviamente no.
Guardava il bicchiere di vetro sul bordo del tavolo – preoccupato che cadesse.
“È un rito di passaggio, come dici anche tu”, mi venne voglia di dirgli. “È ciò che è proibito. I bicchieri non si rompono di proposito. Quando entriamo in un ristorante, o anche quando siamo a casa, stiamo attenti a che i bicchieri non finiscano sul bordo del tavolo. Il nostro universo esige da noi che si faccia attenzione a che i bicchieri non cadano a terra.
Eppure - continuai a pensare - se involontariamente li rompiamo, ci accorgiamo che non era poi così tanto grave. Il cameriere dice “non ha importanza”, e a me non è mai capitato di vedere che un bicchiere rotto venisse incluso nel conto di un ristorante. Rompere bicchieri fa parte della vita, e non causiamo alcun danno a noi, al ristorante, o al prossimo.
Diedi uno spinta al tavolo. Il bicchiere ondeggiò, ma non cadde.
– Attenzione! – esclamò lui, istintivamente.
– Rompi il bicchiere – insistetti.
Rompi questo bicchiere, pensavo fra me e me, perché è un gesto simbolico. Cerca di capire che io, dentro di me, ho rotto cose ben più importanti di un bicchiere, e ne sono felice. Pensa alla tua lotta interiore e rompi questo bicchiere.
Perché i nostri genitori ci hanno insegnato a fare attenzione con i bicchieri, e con i corpi. Ci hanno insegnato che le passioni dell’infanzia sono impossibili, che non si devono allontanare gli uomini dal sacerdozio, che gli uomini non fanno miracoli, e che nessuno parte per un viaggio senza conoscere la meta.
Rompi questo bicchiere, ti prego – e liberaci da tutti questi maledetti concetti, da questa mania che tutto si deve spiegare e che si deve fare solo quello che gli altri approvano.
– Rompi questo bicchiere – lo pregai ancora una volta.
Fissò i suoi occhi nei miei. Poi, lentamente, fece scivolare la mano sul ripiano del tavolo, fino a sfiorare il bicchiere. Con un movimento rapido, lo fece cadere a terra.
Il rumore del vetro che andava in frantumi attirò l’attenzione di tutti. Invece di dissimulare il gesto con una richiesta di scuse, lui mi guardava sorridendo – e io ricambiavo il suo sorriso.
– Non ha importanza – esclamò il giovane che serviva ai tavoli."
credo che dovrò riordinare il piano bar.
venerdì 23 settembre 2011
Saturno contro tutti.
Cioè, io allargo la cerchia perché, a parlarne, chi mi risponde mi risponde, mi descrive strane apocalissi cosmiche al lato della propria strada, così, che ci inciampi sopra, neanche te ne accorgi e bam, stai per terra tutto arrotolato e non te n'eri manco accorto.
Ci dev'essere proprio una strana energia astrale del disturbo... ho sentito qualcuno parlare di pioggia di meteoriti... sarà quello? Gli UFO arrivano a civilizzarci? O solo ad usarci come Tamagochi?
Mi piacerebbe fare la lista degli accaduti ma ogni giorno ne sono venute fuori così tante che non saprei da dove cominciare. Fattostà che oggi ho pure risposto brusca a mio padre e ci siamo rimasti visibilmente male entrambi, che non ci siamo più abituati. Mi toccherà fargli una buona cena, per farmi perdonare.
E pure l'umore mi cambia come niente. Cataloghiamolo anche come sindrome premestruale, però... ci mancava veramente solo quella...! Dalla calma zen alla lacrimuccia con musetto in mezzo secondo... no Pà, gli sfasamenti ormonali non ti fanno bene.
La cosa divertente è che il bilancio delle cose è anche positivo. Cioè... come percorso ad ostacoli è andato mica male. Al massimo qualche penalità, ma sono rimasta in groppa con una certa capacità di manovra. Solo che è venerdì e sono stravolta, e se domani non dovessi ancora lavorare, partirei per una piccola meta isolata e sparirei da questa piccola faccia di terra fino a lunedì.
Meteoriti, Saturno o Strega delle Lande, non vi temo. Però c'ho bisogno di un riposino.
giovedì 22 settembre 2011
Casa
lunedì 19 settembre 2011
Per fare tutto ci vuole un fiore
sabato 17 settembre 2011
Esteticamente
Sarà anche che una giornata passata per 14 ore in una saletta antepalco di un auditorium (praticamente come essere nascosti in una cripta), può rendere emozionabile chiunque a qualsiasi elemento esterno, ma il piacere che ieri sera ho provato nel godermi uno spettacolo di artisti circensi in una piazza gustandomi varie annate di Valpolicella Superiore, è indescrivibile.
Aria, musica, gusto e suggestione visiva. E io ero in pace.
sabato 10 settembre 2011
Cambio di vista
venerdì 9 settembre 2011
"La bellezza ci salverà"
"
Ti racconto una storia.
Avevo deciso di cominciare il Cammino da Pamplona, storica città della Navarra, ansioso di ripercorrere, anche se soltanto per poco tempo, gli entusiasmi e gli stupori di uno scrittore a me caro, Hemingway, strettamente legato alle sensazioni antiche evocate dalla Plaza del Castillo ed eternamente emozionato dai festeggiamenti di San Firmino. Ho nutrito la mia fantasia per una notte intera, passeggiando per i vicoli della città, in mano una cerveza, immaginando tori inseguire folle di persone e fiumi di Tempranillo scorrere ovunque ai lati delle strade.
All'indomani ho cominciato a pedalare, di mattina presto, e (come sai) dopo pochi chilometri, ho forato la ruota anteriore della mia bicicletta.
Mi trovavo in un borgo appena fuori pamplona, 20 minuti di bici, almeno un'ora a piedi.
Mi sono reso conto della foratura appena fuori una Farmacia.
Entro dentro a chiedere notizie di un meccanico nei paraggi.
Mi accoglie un uomo piuttosto alto, in camice bianco, dall'aria insofferente.
Alla mia domanda formulata in uno spagnolo improvvisato lui risponde con scontrosità, sostenendo che nei paraggi non avrei trovato alcun meccanico ne qualcuno in grado di aiutarmi. Egli suggeriva di tornare indietro a Pamplona, spingendo la bici, e chiedere aiuto in città.
Esco dalla farmacia, privato di ogni speranza di risolvere il problema in tempi brevi.
Oggi rifletto su quanto l'influenza negativa di alcune persone possa compromettere l'attività di pensiero.
In ogni caso, comincio a spingere la bicicletta, in direzione Pamplona.
Poco dopo, incontro per strada un pellegrino italiano.
Prova a confortarmi con una battuta, vedendomi visibilmente spossato per l'imprevisto, che stavo affrontando con evidente impaccio.
Gli racconto di aver provato a chiedere aiuto, ma senza successo.
Riflettendo sulle dimensioni del Borgo, al pellegrino era sembrato strano che non ci fosse nessuno in grado di aiutarmi; mi suggerisce, dunque, di chiedere aiuto in un bar, poco piu giu lungo la strada che stavo percorrendo.
Sai, la vita mi ha dato un insegnamento sbagliato; risolvere i problemi da solo, senza chiedere aiuto mai.
Io sono il tipico maschio che non si ferma a chiedere indicazioni stradali quando si perde.
In quel momento, il mio animo era gia sconfitto, sapevo di dover tornare indietro a Pamplona, spingendo la bici, sotto il sole cocente e che non ci sarebbero state altre alternative.
Tuttavia, contravvenendo alla mia convinzione, mi fermo un momento in quel bar a chiedere aiuto.
Un ragazzo li mi ha indicato un negozio che vendeva biciclette, poco distante.
Raggiunto il negozio, il proprietario, Mr. Fernandez, mi ha sostituito entrambe le camere d'aria e i copertoni, con una gentilezza dimenticata ed una perizia degna degli artigiani di una volta.
Soddisfatto e felice, mi rimetto in sella e, poco dopo, ripasso davanti alla Farmacia.
Decido di entrare a dirne quattro al farmacista antipatico.
Entro e davanti a me si para una anziana signora in camice bianco, sorridente.
Le chiedo di chiamarmi il suo collega, quello che mi aveva fornito informazioni poco prima.
"Ragazzo" - mi risponde - "questa è la mia farmacia da 40 anni, e da 40 anni ci lavoro da sola, non c'è nessun altro qui"
"
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"Bene", pensavo oggi, rileggendo questo racconto, un racconto vero, di un viaggio importante, fatto in un momento importante della vita di una persona che è sicuramente in ricerca, e che ha voluto condividere con me questo suo frammento d'esperienza.
Perché poi non è che devi trovare tanti maestri che ti raccontino come vanno le cose, o credere in dottrine soprannaturali che ti insegnino qual'è il comportamento da seguire, per capire.
Ci sono cose che fanno bene e cose che fanno male. E un'energia esterna e un'energia interna.
Le cose che fanno male ti rendono debole, sempre.
La delusione di una situazione andata differentemente da come volevi nonostante tutti i tuoi sforzi, crea un difetto di sistema, nel panorama delle aspettative. Nessuno di noi si augura di avere contrattempi nella vita, ma siamo in un sistema dinamico, piccoli o grandi incidenti possono capitare, sono all'ordine del giorno. Poi ognuno ha la sua soglia di tolleranza, c'è chi ce l'ha alta e chi l'ha bassa. E quando questa soglia viene valicata, ecco che il nostro ordine personale salta, e noi con lui.
Allora il meccanismo di difesa più valido che interviene è quello della Legge di Murphy, ma senza autoironia.
Percepire il mondo come una dimensione di dolore e amarezza dove tutto tende ad andar peggio, e tutti gli altri sono nemici pronti a nuocerti e da cui difendersi, ti renderà fragile sempre. E convincerti di una prospettiva, generale o temporale, tendente neanche alla stasi, ma addirittura alla privazione, significa solo che ti sei concentrato su tutte le cose che ti hanno deluso solo per averne (l'apparente) controllo, ma non per imparare a superarle. E di vantaggio personale acquisti solo l'immobilità con cui di certo non accadrà nulla di negativo, forse, ma neanche niente di positivo, che possa mettere in dubbio la tua visione delle cose al riguardo.
Il meccanismo di difesa che porta al disfattismo, per cui non sei in grado di generare in te un pensiero che possa prevedere un miglioramento, è una perversione a cui nessuno dovrebbe sottostare.
E' una specie di reato contro se stessi.
E quando commetti un reato, sei colpevole. Quando lo fai con te stesso, sei spacciato.
Ci vuole forza per credere nei cambiamenti, ma la stessa crea un circolo virtuoso che te ne da altrettanta per renderli reali. E non serve a niente arrendersi al primo tentativo, perché molte potrebbero essere le disfatte. E tanto per ricordare tutto quello che c'è, ci mettiamo anche dentro regole di marketing che ti dicono "Quando una strada non porta risultati, cambia strategia". Non cambiare obiettivo. O perlomeno chiediti se quello è l'obiettivo giusto. Ma quando la meta sei tu, non puoi avere dubbi.
Me lo scrivo per me, e lo scrivo per chi c'è.
Perché ci vuole un po' di coraggio, e un pizzico di magia sempre in tasca - o nelle farmacie.
E lontani da me coloro che si autoinfliggono punizioni e per questo pensano di essere in diritto di infliggerne anche a me.
Benvenuto, nuovo. Benvenuta, bellezza.
mercoledì 7 settembre 2011
Quando le cose fanno male
E la pelle te la sei strappata da sola, strato per strato, nel tentativo disperato di trattenere qualcosa che scivolava nel vuoto.
A volte sembra proprio necessario, perdere tutto. E le mani scorticate a ricordarti che tutta la tua forza non è bastata.
Bisognerebbe riconoscere la rovina e accettarne l'ineluttibilità da subito, ma qual'è il confine tra accettazione e arrendevolezza? E quando continuare a lottare è solo sintomo di stupidità invece che coraggio?
Ma insomma, alla fine ti trovi senza pelle e senza energie per difenderti da qualunque cosa, e tutto arreca dolore.
E allora ti toccherà accogliere anche quello, finché ti scivolerà addosso, o, trasformato, ti renderà nuova.
domenica 4 settembre 2011
L'indecenza dei No
Mia madre era una donna dolce e disponibile, non era facile che dicesse di no.
E per quanto quest'immagine ti rimanga piacevole e morbida, come una carezza, nella memoria - la memoria di una madre, come dovrebbe essere, come ce l'hanno insegnata - so che rimane uno dei più grandi tradimenti della mia educazione alla crescita.
Il No è indecente, è una cattiveria. Cosa ti costa? "Perché no?"
Cosa puoi fare per non dire un no, dicendo un si che a volte - a volte molte - è comunque un no a te stesso/a?
Eppure quell'espressione di mamma che, nonostante si facesse in quattro per soddisfare le richieste di tutti, rimaneva contenta e felice di aver accontentato, di essere stata utile, di aver agito per qualcuno, mi rimane nella testa come un autoritratto proattivo, una destinazione aspirata e disperata, una promessa di in/felicità.
Mi riconosco molte volte in un ricordo che sarò...
... ma di mia madre ricordo anche la disperazione quando la sua capacità di rendere felici gli altri non aveva più la stessa efficacia, perché la sua affinità con il mondo altrui si distanziava e lei non era in grado di comprendere perché. Quando le cercavo di far capire che si era talmente dedicata alla felicità altrui che era ora che tornasse alla sua, per avere il contatto con la realtà che le serviva. Perché bisogna partire da sé, per sapere dove arrivare, altrimenti non avrai le radici adatte a sostenerti nelle direzioni che indovini, o che vuoi percorrere.
Eppure di no te ne senti dire tanti, nella vita. E tanto ti sei impegnata a nascondere i tuoi nelle tasche, tanto più sentirai quanto pesano le chiusure degli altri. Allora impari a non chiedere.
E' difficile resistere all'educazione del "No al no".
Quant'era bella mia madre nella sua accoglienza?
E' alla bellezza che s'aspira, nell'esempio.
Ma quella bellezza ha avuto un prezzo difficile da pagare, che infatti è stato assolto nel peggiore dei modi.
Bisogna trovare la giusta distanza tra il proprio mondo e il mondo degli altri, per corrispondersi.
Bisogna ascoltarsi, rispettarsi. Sapere dove arrivano i propri limiti.
E non oltrepassarli se non quando si hanno gli strumenti adatti.
Essere buoni con se stessi, almeno quanto lo si è con gli altri.
Dire di sì anche a se stessi.
martedì 30 agosto 2011
Amore, amore, amore serve.
(riposto dal vecchio blog, perché mi va...)
I. Fossati
Ritrovi, ritorni, rinnovi.
E' bello è sempre uguale anche se è tutto diverso.
Le persone le mani gli abbracci. I sentimenti infiniti in cui ti perdi senza spaventarti.
Il bene voluto, il bene dato e tornato. Un ciclo di stagioni che ti restituisce nuova e antica, riscoperta all'indietro, ripercorsa a ritroso, avanti, però, un po' più avanti.
Le mani come pietre, sentimenti come venti.
Tanta acqua e vino per festeggiare le cose vere, le cose serie.
Non ho perso non ho vinto. Ogni cosa passata tra le dita è rimasta sedimentata, cristallizzata eppure viva.
Tu sei già rapito da un fiume che scorre via veloce, e tutti i corsi d'acqua che frequenterò ti porteranno sempre più lontano da me e dalle mie ferite.
Amicizia come cura. Amore come balsamo.
Acqua che lava, che strappa, che riempie.
Amore, Amore, Amore serve.
"
lunedì 29 agosto 2011
Please TOUCH! Vita di una trottola.
mercoledì 24 agosto 2011
Bolle di sapone e castelli in aria - il mio patto di belligeranza per il futuro prossimo

Devo completare la tesi, ormai al 90% scritta, e sottoporla alla valutazione della docente. Sono soddisfatta di molte sue parti, e spero proprio che questo sentimento pervada anche la relatrice... devo ammettere e riconoscere la mia insicurezza cosmica, visto che fin'ora non le ho fatto leggere neanche mezza riga, neanche dell'introduzione, neanche il titolo del primo paragrafo del primo capitolo. :) L'avrà tutta insieme e con poco diritto di replica. La mia unica difesa è che ci ho messo tanto, e tutto il mio buonsenso, che così male non dev'essere, e quindi non dovrebbe porre obiezioni su struttura e contenuto.
lunedì 22 agosto 2011
Cieli d'Irlanda - VI - God save the Ireland, said the heroes
Per esempio, quest'estate è piena di annunci di nuove e sperate gravidanze... che Dio benedica anche loro, oltre all'Irlanda.
La serata più bella per noi, è stata nella città di Dingle, al centro dell'omonima penisola irlandese.
Un pub come gli altri, con musica dal vivo, vicino al porto. Non l'abbiamo scelto per particolari segni esterni... i pub irlandesi sono frequenti come da noi bar e alimentari, e dall'aspetto sono tutti caratteristicamente uguali.
Alle 21:30 precise s'inizia a suonare. Un signore sorridente e rotondo, con l'organetto, accompagna un personaggio alquanto particolare, che non ho esitato a riconoscere come il cantante, visto il suo ingresso con uno strano cappello di paglia nella sala principale del pub.
Ma non c'è un posto che non sia accompagnato almeno da una chitarra o un'armonica. E quella musica che ti entra nella testa, la ritrovi nei momenti più impensati... sulle scogliere come sulle colline rocciose dell'entroterra. Ogni cosa è così legata all'altra, che il tutt'uno irlandese si riconosce in ogni sfumatura e colore, dal verde dei prati all'oro del malto, dal nero delle rocce al blu del cielo. Dall'odore di erba bagnata, al fraseggio di un'armonica.
E tutto sembra parlare la medesima lingua.
giovedì 18 agosto 2011
Cieli d'Irlanda - V - Capi chinati all'eterno

mercoledì 17 agosto 2011
Cieli d'Irlanda - IV - Occhi
E neanche un blu semplice. Un blu complesso, fatto di striature e punti di azzurro diversi, solcato da infiniti e invisibili cerchi di celeste. Quello che si crea è una sorta di celeste rotondo, una specie di universo dell'azzurro.
Sorridono, i loro occhi, socchiudendo e stirando un po' le palpebre, come quando c'è troppo sole e l'occhio si chiude quel tanto che basta per ripararsi dalla luce in eccesso.
Il loro aspetto è sottile e gioviale. Io mi aspettavo più discendenti dai rinomati vichinghi che per anni hanno saccheggiato quelle terre per poi stabilirvisi definitivamente, e mischiarsi con la sua gente, ma la statura di questi uomini è ancora abbastanza piccolina, rispetto ai loro discendenti nordici, che però gli hanno sicuramente lasciato in eredità il tono rosso rame dei capelli, e la pelle diafana e lentigginosa.
I più anziani di loro hanno dipinte sul viso delle espressioni secolari, come tutti i vecchi del mondo, ma la pelle, sottile e delicata, crea uno strato di rughe numerose e finissime, come fogli di cartapesta.
Un signore che avrà avuto tutti gli anni dell'isola, incontrato al centro della desolazione del Gap of Dunloe che taglia in due la penisola del Kerry da costa a costa in mezzo alle montagne, aveva un inaspettato aspetto da golfista inglese, ma il suo viso sarebbe stato degno dei migliori book fotografici di ritratto, con tutte le bellissime tracce del tempo su quel viso sorridente e la voce affaticata dagli anni, ma non certo dalla vita.
L'idea di essere di fronte ad un esemplare di Hobbit mi ha sfiorata ogni qual volta parlassi con uno di loro, con quel viso grande, gli occhi enormi come mondi spalancati, e anche la tendenza al sorriso, la musica e la birra spalleggiava e rafforzava questa mia impressione.
Tra me e loro dev'essere scattato proprio un amore sconfinato, perché molti irlandesi mi toccavano, se avevano la possibilità. Nessun tocco di seduzione, era solo necessità di contatto. Signore e signori che, parlandomi un po', ad un certo punto mi davano una carezza, o un semplice buffetto sulle spalle. Ero l'unica del gruppo ad avere questo trattamento. A dire il vero, anche a me sarebbe piaciuto accarezzare i loro sorrisi amichevoli e gioviali, ma alla fine mi sono limitata. Di certo è più facile per loro sfiorare una ragazza che per età e aspetto potrebbe essere una loro figlia, piuttosto che il contrario. Io mi sono goduta quei tocchi della benedizione, e ho suggellato privatamente la mia amicizia con gli abitanti di quel paese verde.
Ovviamente non ho foto di questi volti che descrivo. Per discrezione li ho lasciati rapire solo dalla mia memoria. Mi sembrava una questione di sincerità. Loro mi svelavano i loro segreti attraverso gli occhi, e io mi limitavo ad affacciarmi e guardare, come i loro cieli ti lasciano fare.
domenica 14 agosto 2011
Cieli d'Irlanda - III - Spazio
Immensi panorami di pieno naturale. Che sia roccia, terra, mare, vegetazione o cielo, l'Irlanda è priva di ostacoli alla vista, al respiro, regalandoti una sensazione di pienezza e libertà che difficilmente ti trova spiazzato, come se fossi tornato ad un'idea atavica di mondo, un'impressione sempre posseduta di dimensione umana e naturale.
sabato 13 agosto 2011
Cieli d'Irlanda - II - Anime antiche
Sito archeologico ad una 60ina di Km da Dublino, verso cui dirigersi senza alcun dubbio, per un'incredibile visita alle origini dell'umanità di quell'isola.
La forza della fede nelle energie della natura, della morte e delle stelle ha sempre lasciato le tracce più imponenti e impressionanti, nei secoli dei secoli, e, in questo caso, nei millenni.
Cieli d'Irlanda - I - Vento e Acqua
Un nuovo inizio

... ma un vecchio cammino.
Iniziato qui:
http://blog.libero.it/macchiedimondo
Sono molti i motivi del mio trasloco, che spaziano da oggettivi a soggettivi.
E poi i movimenti mi hanno sempre fatto sentire meglio.
Nutrirò questo nuovo posto con la me antica e rinnovata, selezionando ciò che è giusto tenere con me, e gettando quello che ora è solo di intralcio.
Inizio questo nuovo viaggio con un viaggio - la mia fresca esperienza irlandese - che mi ha ricordato quant'è importante, quanto sempre è stato, e sempre sarà, lo SPAZIO.
Bentrovati i miei amici e benvenuti i nuovi. Cin a tutti voi, e cin a me :)