mercoledì 6 giugno 2012

Immaturità

... meno male comunque che m'hai dato dell'immatura.

Almeno adesso posso farti
pepperepè, quaquaraquà e va' a morì ammazzato

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Oltre che potresti ringraziarmi per una volta di averti dato la soddisfazione di sentirti quello maturo, e di quant'è triste avere a che fare con qualcuno che non ti valuta più importante di se stesso, a capirti neanche per curiosità. Per me è stato un podio scomodo da mantenere.

martedì 5 giugno 2012

Il mondo dove le promesse ci separano

E' un mondo al contrario, questo, dove i sentimenti e le promesse ci separano invece di avvicinarci.
E' subito pronto un tradimento alla fiducia per ogni patto dichiarato o solo immaginato,
la sensazione che tu debba subito cambiare stanza non appena senti un minimo di calore
per la paura di bruciare

e allora sto sempre seduta per terra sola e torna freddo

sai, puoi anche andartene, ma lasciami qualcosa con cui giocare
qualcosa che non faccia male
qualcosa che non nasconda parti affilate, brutte giornate
fà che il solo fatto di essermi fidata di te non mi debba procurare necessariamente una ferita

è difficile mantenersi aperti alle esperienze in questa situazione
troppo in ascolto, poco ascoltati
troppo attenti, poco osservati
a doversi difendere quando poi non si hanno altri strumenti
e a dover ammettere di non avere risorse
contro la distrazione altrui
(o dovrei chiamarla - forse - NONCURANZA?).


giovedì 24 maggio 2012

E dammela, 'na carezza, no?

Che poi uno s'affanna tanto, agita i pugni all'aria e svuota i polmoni perché?
Pe' 'na carezza, tutto qui.

domenica 20 maggio 2012

donne e motori

... ed ecco che ieri, dopo una serata a parlare d'inversione di ruoli e di emancipazione sessuale, mi ritrovo a sentire ancora la solita storia dell'innamorato della Ducati, dopo un interessantissimo racconto di come si sgrassa e si riingrassa la catena della moto (petrolio bianco, pare, con una botta di compressore e poi una spazzoletta montata su misura per pulire gli interstizi interni, poi un giro con la catena sgrassata per scaldare un poco il materiale in modo che possa riprendersi il grasso in maniera adeguata, e di nuovo il grasso.. se sei bravo con i preliminari come sei accurato con le catene potrei chiederti il numero di telefono, così, per dire...)

"Si, mi rendo conto che tratto la moto meglio di una donna... che se almeno quella mi lascia a piedi, la porto dal meccanico e ritorna nuova... se una donna ti lascia a piedi..."

"Se la donna ti lascia a piedi è perché ti sei scordato di sgrassarle e reingrassarle le catene e ha dovuto imparare a farlo da sola", rispondo io.

Odio i motociclisti.

martedì 15 maggio 2012

mai più ospite

Trovo strano che tu mi abbia riconosciuta, visto che io stessa non rintracciavo nello specchio tratti a me familiari.
Quindi ti stavo a sentire, rapita e assorbita, nell'ascolto di una voce che dipingeva un'immagine che avrebbe dovuto assomigliarmi.
Sentivo che mi piaceva questa persona che mi raccontavi, e per tanto tempo ho accettato che fosse la mia maschera preferita, tra le tante che mi sono state proiettate addosso, che ho preso a prestito per nascondermi, per sfuggire al riflesso di me nei miei occhi.
Poi tu te ne sei andato, io ho perso lo specchio, e non ho più permesso agli occhi di nessun altro di raccontarmi chi fossi.

E' passato tempo sai, e la notte è stata terribile. Era buio e la solitudine mi ha terrorizzata, mi sono fatta prendere le mani da molti senza guardare da chi, per poi stancarmene in fretta, che ogni tocco scivolava sulla pelle insensibile e s'infrangeva sul pavimento come pioggia che non bagna.

L'aridità non è la mia terra, e quand'ho capito che il buio non era fuori, ma era dentro, ho semplicemente smesso di serrare le palpebre, e ho aperto gli occhi.

Non esistevo se non nei tuoi occhi, ma adesso non attendo più altri mondi che mi ospitino nelle loro iridi.
Neanche fossero le tue.

lunedì 7 maggio 2012

il tempo dell'emozione

.. quand'anche fosse tristezza.
E' giusto farle spazio, concederle un po' di respiro e ascoltarne l'eco, che la composizione della vita ha un corollario di ogni tinta, e anche quelle più opache hanno la loro collocazione.

Che la malinconia t'insegna di più e con più garbo, forse, della serenità
(alle parti mancanti diamo sempre maggiore ascolto
tanto che, di quando in quando, ho imparato a pensare alle mie cose come se già ne fossi separata, per ricordare quanto siano importanti e quando anche in fondo dovrò accettarne, prima o poi, la perdita.
Così imparo la mancanza e apprezzo la presenza in un sol colpo, coltivando un germe di dolore assieme a quello della gioia, per comprendere la naturale caducità e il balsamo dell'esistenza).

E' la persistenza che è innaturale, e delle cose che cambiano c'è il dritto e il rovescio, e io imparerò che non c'è un verso corretto, un'emozione sbagliata o una condizione ingiusta, ma tutte servono a qualcosa, anche e soprattutto se non ci saranno preconcetti a misurarne la convenienza.

Che poi essere felici è semplice, basta un attimo a ricordarsi che sei semplicemente vivo.

martedì 27 marzo 2012

Aspettare il proprio tempo

... cercando di ascoltare meno il tempo d'altri.

Diventa un rumore insostenibile, sai, l'urgenza altrui alla tua partecipazione nella propria vita, tanto da incarnare una priorità che priorità non è.

E stasera una vita se ne va, e io sono a 150 metri di distanza da lei.
Vivere vicino ad un ospedale significa anche questo, molto spesso, ma mai così spesso conosci i volti e la voce di chi se ne va, questo si.

Visto un film sulla morte, tutto sembra associarsi come in una pagina di libro.. anche la musica di sottofondo.

Oggi è stata una giornata passata a lottare contro vari e svariati limiti.
Pazienza, capacità, credulità, volontà, autoconsiderazione, fiducia.
Di quelle giornate che lotti anche se sai che difficilmente ce la farai.
E' arrivata la sera come una consolazione, come a volte la morte.

Ho imparato cose scomode da dire, a riguardo.
Tipo che il problema è solo di chi rimane in vita.
Non c'entra niente che te ne vai a 22 anni perché non hai visto un cane di notte e sei uscito fuori di strada con la macchina. Non avrai il tempo di fare il conto di tutte le cose che avresti potuto, che avresti voluto.
Il rammarico, molto peggio della scomparsa, è in chi sopravvive alla tua assenza.

Non ti disperi mai per chi muore, ti disperi solo per te. E in questo non c'è proprio niente di sbagliato, anzi, ma è tanto per collocare le cose nel posto giusto, nelle caselle appropriate.
Perché se sai che ti stai dispiacendo solo per te stesso che nonostante tutto sei rimasto, almeno hai più di una possibilità di rimetterti a posto le cose dentro.

Rimetterti a posto le cose dentro. Darsi tempo.

sabato 17 marzo 2012

insospettabili aspettative

Non c'è niente che mi faccia più felice
d'incontrare persone piene, persone vere.
Mi sorprendono con la loro luce
cercata voluta, ma sempre insospettabile
nella loro fulgida brillantezza.
Persone che si cercano e che si trovano,
che ti trovano
che si lasciano trovare.
Cerco e trovo.
Mi cerco e mi trovo.
E in un sorriso, gli dico grazie. Mi dico grazie.

lunedì 12 marzo 2012

ricette incomprensibili

Non si può prendere confidenza in un sol giorno,
anche se c'è chi me l'ha tolta in mezz'ora, in passato, così, solo per un umore passeggero, senza tornare più indietro. Anzi, magari tornandoci, ma troppo tardi, con gli argomenti sbagliati.
E quando precipiti nell'intimità di una persona in un secondo non sai mai se te lo sei meritato, se t'hanno invitato o se sei solo inopportunamente in un luogo altrui.
E' che la comunicazione spesso funziona a intermittenza, soprattutto quando gli sguardi ti portano più vicino e le parole non stanno al passo.
E allora ti trovi senza parole, paole, prole. Poi la butti in caciara, pour parler, con un po' d'imbarazzo.
La storia della maionese, comunque, è sempre un buon diversivo.

lunedì 5 marzo 2012

chiaroscuri

I chiaroscuri delle persone,
plastici in rotazione come su piedistalli.
Li osservo
li trovo ridicoli
cerco l'entrata di caratteri schierati a difesa
odio le difese
m'impediscono di vedere bene.
Giro e rigiro intorno in attesa della luce di un uscio aperto
e mi chiedo perché non sento calore.

<<mi dovrei chiedere piuttosto perché ho bisogno di trovarne>>

venerdì 17 febbraio 2012

... posterior mente

Sai, mi è sembrato che tu mentissi..
No?
Beh, certo, come fai a contraddirti.
Tu si che sei riuscito a diventare grande.

Ma non è che poi me la prenda tanto, sai, per il fatto che tu possa aver mentito a me, anche se un po' mi rode. Il mio fastidio lo riparerò facilmente smettendo di ascoltarti, che non sono capace a prestare orecchio a qualcuno e contemporaneamente dubitare delle sue parole, mi va in crash il sistema nervoso per la perdita di tempo a cui sia io che te ci stiamo dedicando.
Il problema è proprio che menti tanto quanto sei convinto che quello che dici di te stesso sia vero.
Questo di certo è il male peggiore.
Un po' credi d'esser furbo, un po' non lo sei affatto.. tutt'altro.

Ma poi perché farti la predica... più o meno ci caschiamo tutti, a modellare la realtà come più ci conviene, o quanto meno ci addolora...
Ma per lo meno, per quello che è possibile, t'avevo solo chiesto un po' di sincerità.. almeno quella di cui eri capace. E m'hai negato anche quella. Eppure mi volevi bene, no?
Hai avuto uno strano modo, di praticare un buon sentimento.

Non ho spazzato per terra, ma ho fatto i piatti

(Con karma in vacanza)

Che poi - dillo, su - non è che non sei abituato alle buone notizie (sì sì, proprio tu), però quando si accumulano ti viene quel senso di vago sospetto e di inquietudine. Non di colpa, pure se forse un poco dovresti, che al solito stai accentrando tutto su di te, come se a creare le buone notizie fossi stato tu. Non importa: in fin dei conti la meccanica del tuo proprio egoismo ti interessa e no.
Comunque stai divagando e - dicevi - sei un po' sorpreso dal fatto che per una volta pare che stiano tutti bene e tutti quei dinamismi delle teorie zen sugli equilibri (via gli status quo dai social nè!) siano un po' più statici. Che ti ritrovi col pessimismo in vacanza, ma un tarlo grosso così - non così, un po' di meno. Ecco, così - che chissà se avrà chiuso il gas prima di partire.

Dai che non sei da solo - che poi passi per scemo - mica l'hai detto tu per primo che il karma è una puttana e ha una scala di valori tutta sua. Non è che una sigaretta buttata da un balcone valga un genocidio - almenopensi - e diciamo che la parte tua l'hai fatta: certo non hai spazzato, ma hai fatto i piatti. E stasera a cena c'era l'orata al forno, cacchio se s'attacca quella in neanche il tempo di ricordarti cosa volevi dire con questo paragone.

Magari, tutto sommato, sono solo paranoie e un attimo di respiro te lo meriti e basta. Poi sentirselo dire con un sorriso da "Forse è il caso che ti siedi" con ancora la sciarpa addosso, un po' ti fa piacere.
Magari, tu che hai l'hobby di fissare il soffitto, potresti pure provare a immaginare che dall'altra parte dell'intonaco ci siano le stelle. O tutt'al più quelli che abitano al piano di sopra.

E se a un tratto la terra trema, almeno i piatti sono in ordine sopra il lavello. A fianco ai bicchieri.

È tutto il giorno che rincorro quello che c'è da fà, e poi il destino non dà una mano
siamo una categoria di autonomi e immortali, fattiammano e autodidatta
e daje destì, dacce 'na mano
(no 'na mano pe' la discesa, però)
si, lo so, sono io che non mi spiego, non so bene quello che voglio,
ma anche te abbi un po' di pazienza, che poi t'incazzi e mi fai ballare il soffitto sulla testa.
Come faccio a pensare? Ho giust'appena imparato a reagire connettendo le gambe con le braccia, e lo stomaco coi capelli.. 
e comunque sto sempre un passo indietro o un passo avanti. Al passo, mai.

Non ho spazzato per terra, ma ho lavato i piatti, e ho fatto bene, tanto poi c'è stato il terremoto.

E ci stavo anche a pensare. Ancora. Ma sì, ero stata abbastanza brava. Avevo finito i compiti, comprato un biberon e un bavaglino, passeggiato con un'amica che non vedevo da un pò, comprato le sigarette per non rimanere senza, cucinato le cotolette al forno per non usare l'olio, deciso di riposare, ascoltare sanremo, bere un bicchiere di vino, stare sopra al divano, parlare con gli amici al pc, provare ad avvicinare una persona nuova. Godermi lo spazio. Poi, lo spazio a un certo punto era da un'altra parte.

Amore, ho avuto paura. 

Non ho spazzato per terra, ma ho lavato i piatti, e ho fatto bene, tanto poi c'è stato il terremoto. 

PanDiEle

giovedì 16 febbraio 2012

Disordinatamente

Sentimenti imbrigliati nei capelli
alle prime note di un pianoforte.
Il mare di notte, e la sabbia fredda.
Le stelle a scie sopra la testa.
Nuvole che cambiano formazione, un ritmo cardiaco tutto loro
pareidolicamente
ogni forma un pensiero.
Il cielo si chiude un po', se non ha spazio per respirare.
Mi tengo le mie preghiere tra le dita,
distinguo me da ciò che non mi appartiene,
seguo un ricordo con la coda dell'occhio.
Mi commuovo all'espressione di ogni libertà d'essere.
Mi commuovo alla me che vorrei diventare.

lunedì 13 febbraio 2012

Prospettive

Vorrei arrivare ad insegnare ai miei figli
che non è necessario formulare un pensiero perfetto,
ma che ogni pensiero è perfetto di suo.

domenica 12 febbraio 2012

uno sguardo può togliermi la libertà

... e poi ho bisogno di ripararmi.

Nascondermi, o giù di lì. Camuffarmi, forse.
Mentire, ma è una cosa che ancora non ho imparato a fare.
Anche celare mi è difficoltoso.

Diventare grandi è difficile, bisogna saper nascondere le cose vere, le cose importanti, e scegliere bene a chi farle vedere, e stare ben attenti a non confonderle con ciò con cui le nascondiamo.
Parlare con attenzione, organizzare i pensieri, pesare le parole.


Ma io ho detto che non mi va più di dover difendere dalla gente la mia buona fede.
Eppure è un esercizio alla difesa, questo.
Un esercizio alla strategia del nascondimento.
Nascondere a me stessa anche la voglia che ho di far vedere, di farmi vedere.

Diventare grande vuol dire mentirsi.
Trovare la strategia di essere felici pur abbassando gli occhi un po' di più.
Sfoderare immediatamente una difesa qualora ti trovi di fronte chi non presta attenzione e cura alle tue emozioni.
Rendere chiaro a chi ti è di fronte che se sei sincero con lui non vuol dire che gli stai prestando il fianco per debolezza, ma semplicemente che non ti va di stare a girare intorno alle cose che sono come sono.
Salvarsi prima di aspettarsi di venir salvati.
Mettersi in salvo senza isolarsi, escludendo gli altri da te.

Muoversi per la volontà di farlo, sentire bene cosa ti dicono le tue emozioni.
Non dire si per gentilezza, non dire no per ripicca.
Non confondersi tra mille voci.

Afferrare le cose con consapevolezza, afferrarti con coscienza.
Sapere quello che stai facendo (e per saperlo, sapere anche quello che NON stai facendo).
Ascoltarsi.
Capirsi.
Scegliere.

venerdì 10 febbraio 2012

Brace

Anime fiammeggianti attonite
Squarciato il velo della cecità
A mezzo cielo in vuoto
Denso d'inganno figurativo
Tra ciò che hanno distrutto
E ciò che non gli toccherà
Appare la bellezza mai assillante né oziosa
Languida quando è ora e forte e lieve e austera
L'aria serena e di sostanza sferzante
Anima fiammeggiante soffoca
Smaniosa d'aria non ce la fa
Giorni spremuti e notti
Attinti a un pozzo profondo millenni
Il somigliare agli altri non la salva
Anima fiammeggiante zoppica
Zoppica brace non sa se ce la fa
Un gioco antico un bel gioco
Pericoloso solo per sé
Appare la bellezza mai assillante né oziosa
Languida quando è ora e forte e lieve e austera
L'aria serena e di sostanza sferzante
Appare la bellezza mai assillante né oziosa
Languida quando è ora e forte e lieve e austera
L'aria serena e di sostanza sferzante
L'aria serena e di sostanza sferzante




Grazie Ele..

venerdì 27 gennaio 2012

Giorno della Memoria?

Mi dispiace, non posso farci niente, 'sto giorno della memoria mi sta proprio stretto.

Se c'è un giorno in cui bisogna concentrarsi su una sola cosa, vuol dire che il resto del tempo siamo dispensati a non pensarci più?
Mi spiace, non ce la faccio.

Io non dimentico così facilmente da aver bisogno di un reminder annuale in cui la mia coscienza (che se ce l'ho è attiva 24h su 24) venga bombardata da immagini terribili, film tematici, documentari, radioracconti, interviste, rimandi rimandi rimandi e rimandi, quando poi, domani, la stessa macchina che mi sta imponendo tutto questo, non esiterà a archiviare tutto e a far finta di niente.

Io rivendico il diritto alla memoria, tutti i giorni, ma a modo mio.

mercoledì 11 gennaio 2012

"I fiori crescono come crescono"

... mi piacerebbe poi, accontentarmi, ma non capita quasi mai.
In questa fame che si ha del sempre attento occhio alla mancanza, c'è il mio limite semiquotidiano. Perché ogni tanto, qualche giorno, mi lascia in pace... e allora è tutto perfetto.

Ma leggevo, oggi o ieri, che della perfezione mai piena si può osservare anche l'altro lato, quello dell'imperfezione sempre al massimo delle sue potenzialità, sempre pronta ad esser riempita.
Forse è una "bella consolazione", ma in effetti dipende dalla giornata, perché basta un soffio di vento per farti sentire pieno un vuoto e viceversa.

Infatti ci sono giorni in cui ho una fede incrollabile, ed altri in cui mi metto a fissare il seme in attesa spasmodica del germoglio, appesa al minimo cenno di crescita. A volte servono anni, per determinati raccolti, e mi sembra di non aver tempo. A volte nessun tempo basta, tra l'altro.

I fiori crescono come crescono. C'è bisogno che me ne stia calma.

lunedì 9 gennaio 2012

Feste al buio


Al buio, già. E con poco chiasso, quasi in silenzio...

Ho avuto la necessità di abbassare il volume al mondo e a me stessa, che ogni cosa faceva decisamente troppo rumore.
Ma sono così felice che, nonostante la riduzione all'osso di me e del mio intorno, erano in mia compagnia le luci più belle e inequivocabili della mia vita.
Anche al buio si vedevano. E non hanno avuto bisogno di far rumore per farsi notare.


giovedì 5 gennaio 2012

Disincanti

Spezzata a metà l'ametista, si può finalmente buttar via il sogno infranto.
Che poi gli incantesimi sono così, una volta rotti rimane solo la liberazione.
E io me la rido molto, anche se ho dormito cent'anni.
E poi un po' meno, perché ho dormito cent'anni.

Trovo noioso sapere quello che accadrà. Allo stesso tempo rassicurante e noioso.
Preferisco le sorprese.
Quelle belle, ovviamente, quelle belle.