giovedì 24 maggio 2012

E dammela, 'na carezza, no?

Che poi uno s'affanna tanto, agita i pugni all'aria e svuota i polmoni perché?
Pe' 'na carezza, tutto qui.

domenica 20 maggio 2012

donne e motori

... ed ecco che ieri, dopo una serata a parlare d'inversione di ruoli e di emancipazione sessuale, mi ritrovo a sentire ancora la solita storia dell'innamorato della Ducati, dopo un interessantissimo racconto di come si sgrassa e si riingrassa la catena della moto (petrolio bianco, pare, con una botta di compressore e poi una spazzoletta montata su misura per pulire gli interstizi interni, poi un giro con la catena sgrassata per scaldare un poco il materiale in modo che possa riprendersi il grasso in maniera adeguata, e di nuovo il grasso.. se sei bravo con i preliminari come sei accurato con le catene potrei chiederti il numero di telefono, così, per dire...)

"Si, mi rendo conto che tratto la moto meglio di una donna... che se almeno quella mi lascia a piedi, la porto dal meccanico e ritorna nuova... se una donna ti lascia a piedi..."

"Se la donna ti lascia a piedi è perché ti sei scordato di sgrassarle e reingrassarle le catene e ha dovuto imparare a farlo da sola", rispondo io.

Odio i motociclisti.

martedì 15 maggio 2012

mai più ospite

Trovo strano che tu mi abbia riconosciuta, visto che io stessa non rintracciavo nello specchio tratti a me familiari.
Quindi ti stavo a sentire, rapita e assorbita, nell'ascolto di una voce che dipingeva un'immagine che avrebbe dovuto assomigliarmi.
Sentivo che mi piaceva questa persona che mi raccontavi, e per tanto tempo ho accettato che fosse la mia maschera preferita, tra le tante che mi sono state proiettate addosso, che ho preso a prestito per nascondermi, per sfuggire al riflesso di me nei miei occhi.
Poi tu te ne sei andato, io ho perso lo specchio, e non ho più permesso agli occhi di nessun altro di raccontarmi chi fossi.

E' passato tempo sai, e la notte è stata terribile. Era buio e la solitudine mi ha terrorizzata, mi sono fatta prendere le mani da molti senza guardare da chi, per poi stancarmene in fretta, che ogni tocco scivolava sulla pelle insensibile e s'infrangeva sul pavimento come pioggia che non bagna.

L'aridità non è la mia terra, e quand'ho capito che il buio non era fuori, ma era dentro, ho semplicemente smesso di serrare le palpebre, e ho aperto gli occhi.

Non esistevo se non nei tuoi occhi, ma adesso non attendo più altri mondi che mi ospitino nelle loro iridi.
Neanche fossero le tue.

lunedì 7 maggio 2012

il tempo dell'emozione

.. quand'anche fosse tristezza.
E' giusto farle spazio, concederle un po' di respiro e ascoltarne l'eco, che la composizione della vita ha un corollario di ogni tinta, e anche quelle più opache hanno la loro collocazione.

Che la malinconia t'insegna di più e con più garbo, forse, della serenità
(alle parti mancanti diamo sempre maggiore ascolto
tanto che, di quando in quando, ho imparato a pensare alle mie cose come se già ne fossi separata, per ricordare quanto siano importanti e quando anche in fondo dovrò accettarne, prima o poi, la perdita.
Così imparo la mancanza e apprezzo la presenza in un sol colpo, coltivando un germe di dolore assieme a quello della gioia, per comprendere la naturale caducità e il balsamo dell'esistenza).

E' la persistenza che è innaturale, e delle cose che cambiano c'è il dritto e il rovescio, e io imparerò che non c'è un verso corretto, un'emozione sbagliata o una condizione ingiusta, ma tutte servono a qualcosa, anche e soprattutto se non ci saranno preconcetti a misurarne la convenienza.

Che poi essere felici è semplice, basta un attimo a ricordarsi che sei semplicemente vivo.