giovedì 29 settembre 2011

Beato Me


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Alcuni testi di Giuseppe Dente, mi fanno veramente impazzire. 

Sono amari, ma vengono comunque sollevati da questa vena d'ironia che poi ti fa pensare: "Massì, tutto va bene anche così". Non si nega il senso di mancanza, ma viene sempre volto al senso pieno delle cose... come soffiare nei palloncini... c'è solo aria dentro, ma gonfi sono sempre più belli. E il fiato dentro è sempre quello che c'hai messo tu.
E rivoltare le faccende per trovare il lato pieno, il buchetto da cui soffiare le cose sgonfie (a meno che non siano anche bucate) è un'attività in cui mi ritrovo affine, anche se sto imparando che forse le cose esangui, ogni tanto, vanno anche semplicemente osservate mentre se ne vanno. O mentre tornano in vita. Chi lo sa. Stare ferma, insomma. Lasciare fare al respiro del mondo.

Però poi, in effetti, Beata me.
Vado in confusione con qualche contrattempo, qualche frizione di vita, però poi mi ritrovo ad una cena con due persone che per me valgono oro, e questo basta per farmi sentire felice, piena, completa.
Sono fortunata, questo è innegabile.
Felice come i bambini a Natale, piena di regali.
Grata, direi.
Grata.

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