venerdì 9 settembre 2011

"La bellezza ci salverà"

Sottotitolo: "Chi pensa male, avvelena anche te"

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Ti racconto una storia.
Avevo deciso di cominciare il Cammino da Pamplona, storica città della Navarra, ansioso di ripercorrere, anche se soltanto per poco tempo, gli entusiasmi e gli stupori di uno scrittore a me caro, Hemingway, strettamente legato alle sensazioni antiche evocate dalla Plaza del Castillo ed eternamente emozionato dai festeggiamenti di San Firmino. Ho nutrito la mia fantasia per una notte intera, passeggiando per i vicoli della città, in mano una cerveza, immaginando tori inseguire folle di persone e fiumi di Tempranillo scorrere ovunque ai lati delle strade.
All'indomani ho cominciato a pedalare, di mattina presto, e (come sai) dopo pochi chilometri, ho forato la ruota anteriore della mia bicicletta.
Mi trovavo in un borgo appena fuori pamplona, 20 minuti di bici, almeno un'ora a piedi.
Mi sono reso conto della foratura appena fuori una Farmacia.
Entro dentro a chiedere notizie di un meccanico nei paraggi.
Mi accoglie un uomo piuttosto alto, in camice bianco, dall'aria insofferente.
Alla mia domanda formulata in uno spagnolo improvvisato lui risponde con scontrosità, sostenendo che nei paraggi non avrei trovato alcun meccanico ne qualcuno in grado di aiutarmi. Egli suggeriva di tornare indietro a Pamplona, spingendo la bici, e chiedere aiuto in città.
Esco dalla farmacia, privato di ogni speranza di risolvere il problema in tempi brevi.
Oggi rifletto su quanto l'influenza negativa di alcune persone possa compromettere l'attività di pensiero.
In ogni caso, comincio a spingere la bicicletta, in direzione Pamplona.
Poco dopo, incontro per strada un pellegrino italiano.
Prova a confortarmi con una battuta, vedendomi visibilmente spossato per l'imprevisto, che stavo affrontando con evidente impaccio.
Gli racconto di aver provato a chiedere aiuto, ma senza successo.
Riflettendo sulle dimensioni del Borgo, al pellegrino era sembrato strano che non ci fosse nessuno in grado di aiutarmi; mi suggerisce, dunque, di chiedere aiuto in un bar, poco piu giu lungo la strada che stavo percorrendo.
Sai, la vita mi ha dato un insegnamento sbagliato; risolvere i problemi da solo, senza chiedere aiuto mai.
Io sono il tipico maschio che non si ferma a chiedere indicazioni stradali quando si perde.
In quel momento, il mio animo era gia sconfitto, sapevo di dover tornare indietro a Pamplona, spingendo la bici, sotto il sole cocente e che non ci sarebbero state altre alternative.
Tuttavia, contravvenendo alla mia convinzione, mi fermo un momento in quel bar a chiedere aiuto.
Un ragazzo li mi ha indicato un negozio che vendeva biciclette, poco distante.
Raggiunto il negozio, il proprietario, Mr. Fernandez, mi ha sostituito entrambe le camere d'aria e i copertoni, con una gentilezza dimenticata ed una perizia degna degli artigiani di una volta.
Soddisfatto e felice, mi rimetto in sella e, poco dopo, ripasso davanti alla Farmacia.
Decido di entrare a dirne quattro al farmacista antipatico.
Entro e davanti a me si para una anziana signora in camice bianco, sorridente.
Le chiedo di chiamarmi il suo collega, quello che mi aveva fornito informazioni poco prima.
"Ragazzo" - mi risponde - "questa è la mia farmacia da 40 anni, e da 40 anni ci lavoro da sola, non c'è nessun altro qui"
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"Bene", pensavo oggi, rileggendo questo racconto, un racconto vero, di un viaggio importante, fatto in un momento importante della vita di una persona che è sicuramente in ricerca, e che ha voluto condividere con me questo suo frammento d'esperienza.
Perché poi non è che devi trovare tanti maestri che ti raccontino come vanno le cose, o credere in dottrine soprannaturali che ti insegnino qual'è il comportamento da seguire, per capire.

Ci sono cose che fanno bene e cose che fanno male. E un'energia esterna e un'energia interna.

Le cose che fanno male ti rendono debole, sempre.
La delusione di una situazione andata differentemente da come volevi nonostante tutti i tuoi sforzi, crea un difetto di sistema, nel panorama delle aspettative. Nessuno di noi si augura di avere contrattempi nella vita, ma siamo in un sistema dinamico, piccoli o grandi incidenti possono capitare, sono all'ordine del giorno. Poi ognuno ha la sua soglia di tolleranza, c'è chi ce l'ha alta e chi l'ha bassa. E quando questa soglia viene valicata, ecco che il nostro ordine personale salta, e noi con lui.
Allora il meccanismo di difesa più valido che interviene è quello della Legge di Murphy, ma senza autoironia.
Percepire il mondo come una dimensione di dolore e amarezza dove tutto tende ad andar peggio, e tutti gli altri sono nemici pronti a nuocerti e da cui difendersi, ti renderà fragile sempre. E convincerti di una prospettiva, generale o temporale, tendente neanche alla stasi, ma addirittura alla privazione, significa solo che ti sei concentrato su tutte le cose che ti hanno deluso solo per averne (l'apparente) controllo, ma non per imparare a superarle. E di vantaggio personale acquisti solo l'immobilità con cui di certo non accadrà nulla di negativo, forse, ma neanche niente di positivo, che possa mettere in dubbio la tua visione delle cose al riguardo.

Il meccanismo di difesa che porta al disfattismo, per cui non sei in grado di generare in te un pensiero che possa prevedere un miglioramento, è una perversione a cui nessuno dovrebbe sottostare.

E' una specie di reato contro se stessi.

E quando commetti un reato, sei colpevole. Quando lo fai con te stesso, sei spacciato.

Ci vuole forza per credere nei cambiamenti, ma la stessa crea un circolo virtuoso che te ne da altrettanta per renderli reali. E non serve a niente arrendersi al primo tentativo, perché molte potrebbero essere le disfatte. E tanto per ricordare tutto quello che c'è, ci mettiamo anche dentro regole di marketing che ti dicono "Quando una strada non porta risultati, cambia strategia". Non cambiare obiettivo. O perlomeno chiediti se quello è l'obiettivo giusto. Ma quando la meta sei tu, non puoi avere dubbi.

Me lo scrivo per me, e lo scrivo per chi c'è.
Perché ci vuole un po' di coraggio, e un pizzico di magia sempre in tasca - o nelle farmacie.

E lontani da me coloro che si autoinfliggono punizioni e per questo pensano di essere in diritto di infliggerne anche a me.

Benvenuto, nuovo. Benvenuta, bellezza.

2 commenti:

  1. Sono allo stremo delle forze, ma non porto addosso alcun evidente segno di fatica. Cammino contro vento.
    Devo difendermi, non mi lasceró rubare quello che è MIO. Non lo permetteró.
    Che poi, da cosa mi difendo? Perchè questa strana sensazione? Mi sembra di tornare indietro di mesi, percorrere un sentiero già battuto. Eppure ho guardato sempre avanti, come è possibile? Avevo imparato a dimenticare.
    Non importa! Fai come ti ho insegnato, guarda oltre, pensa a te. Ragiona! Efficienza, determinazione, rigore!
    Il resto verrà da se, non perdere tempo!
    Certo, faró senz'altro così. Ce l'ho fatta già una volta e guarda dove sono adesso! 
    I miei pensieri avranno paura di me. Comando sempre io!
    E tu? Chi sei? 
    Credi davvero di poter aprire una breccia nel muro?
    Ti sbagli di grosso.
    Mi ricordo di te,hai rovinato tutto già una volta.
    Ed io che avevo creduto.
    IDIOTA!! IDIOTA!!!
    Stavo per rinunciare a tutto questo. Capisci?
    E per cosa poi? Per niente!
    Certo peró....è stato bello....
    Che succede? Cos'è questo fastidio? Perchè non riesco ad allontanarti per sempre?? Riaffiori in superficie quando meno me l'aspetto. Vai via!!!
    Tanto è solo una questione di tempo.
    Passerà, passerà e passerà.
    ....tanto è irrecuperabile, non c'è nulla da fare.
    Via, forza! Via da qui, devo andare.
    ....tanto ho dimostrato di averci provato, non funziona.
    Certo che ci ho provato, cosa credi? Fino in fondo, certamente!
    Cos'è? Non ti fidi?
    No, non ho commesso errori.
    ....magari avrei dovuto valorizzare il mio cambiamento, forse si.
    Cambiamento?
    Sissignore, perchè nella vita si cambia, si cresce! Svegliati!!
    Cosa c'è da fare oggi? Proponete, forza! Muoversi, muoversi!
    Non dovevi farmi questo!
    Ti odio con tutto il cuore.
    E pensare che avevo investito tutte le mie energie! Di nuovo!! Quanto tempo ho perduto, come ho fatto a non capire? 
    Tutte, tutte, tutte le mie energie!
    ....quelle che avevo, appunto.
    Beh si, quelle che mi erano rimaste, ovviamente!
    Tutti fuori adesso, non ho bisogno di nessuno.
    E per quanto riguarda te....beh si, se proprio non vuoi lasciarmi in pace, sta pure li dentro.
    Prima o poi ti stancherai, vedrai.
    Io non ti guarderó, non ti ascolteró.
    Sei solo fonte di guai per me.
    Adesso vado.
    Non riesco a respirare...di nuovo...lo sapevo, ci provi sempre eh?
    Te l'ho detto, io sono più forte.
    Addio....amore mio.

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  2. (questa era poi la mia risposta)

    "Perdonami se ti cerco così
    goffamente, dentro
    di te.
    Perdonami il dolore, qualche volta.
    E’ che da te voglio estrarre
    il tuo migliore tu.
    Quello che non vedesti e che io vedo,
    immerso nel tuo fondo, preziosissimo.
    E afferrarlo
    e tenerlo in alto come trattiene
    l’albero l’ultima luce
    che gli viene dal sole.
    E allora tu
    verresti a cercarlo, in alto.
    Per raggiungerlo
    alzata su di te, come ti voglio,
    sfiorando appena il tuo passato
    con le punte rosate dei tuoi piedi,
    tutto il corpo in tensione d’ascesa
    da te a te.
    E allora al mio amore risponda
    la creatura nuova che tu eri."

    Non c'è altra strada che l'addio. Partire è l'unico modo per tornare.

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